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Si prende un bus (in verità sono tre) e si comincia ad andare verso est tagliando l'Argentina con una linea retta immaginaria..
Il punto di destino si trova qualche parallelo più a nord di Salta ma quello che sorprende è la diversità del panorama che ci accoglie nella regione di Misiones.
I sensi di cui madre natura ci ha dotato vengono inondati tutti di sensazioni forti:
Si comincia dai colori della terra, non più quel rosso arido, che ci ha accompagnato da Humauaca a Cafayate, ma una scala di verde intervallata da qualche albero giallo pronto al cambio di stagione.
Il clima tropicale lascia la pelle umida e abbronzata mentre il rumore degli uccelli è diventata la piacevole colonna sonora di questa nostra tappa.
Le farfalle dai mille colori ti si attaccano sulla pelle slinguazzandoti tutto con la loro lingua lunghissima (lo sapevate voi?).
Per le strade si comincia ad ascoltare parlare portoghese e una lingua finora a me sconosciuta, il guaranì.
Vi è un punto, dove si incontrano i fiumi, dal quale è possibile osservare le tre frontiere di Paeaguay e Brasile.
La sorpresa della giornata è stato inoltre rivedere Romi, la ragazza di Couchsurfing che mi ha ospitato con Stefano qualche mese fa a Puerto Madryn.
Abbiamo passato una bella serata in compagnia parlando perlopiù dei problemi che affliggono economicamente l'Argentina oggigiorno.
Le ore piccole si son fatte sentire la mattina ma è bastato sentire il rumore in lontananza delle cascate che mi apprestavo a visitare per recuperare tutta l'energia!!
Abbiamo girovagato nei vari sentieri per ore circondati da farfalle, coati che cercavano in tutti i modi di rubarti lo spuntino, tartarughe, uccelli dai più piccoli colibrì fino a uccelloni neri che tanto assomigliavano a corvi di dimensioni extra large.
Las Cataratas de Iguazu si dividono con il Brasile ma alla fine decidiamo di visitare solo il lato argentino per evitare di pagare l'entrata nuovamente ma anche perché in effetti in quest'ultimo vi erano i punti di maggior interesse tra i quali si poteva anche sfrecciare con una lancia fin sotto le cascate uscendone bagnati fradici; proprio quest'ultima é un'esperienza indimenticabile che vi porterete appresso per molto tempo..
Vi sono diversi salti con altezze diverse che creano decine di arcobaleni che ben si prestano a foto ricordo da paura..
E a proposito di paura deve essere stata veramente tanta quella delle popolazioni locali nel 1982/83 quando la portata delle cascate passò dai 2000 metri cubi al secondo a circa 20000 distruggendo isole naturali e passerelle artificiali..
Salutiamo i nostri "amici" coati e torniamo in paese ma non dopo aver osservato da vicino la famosa "Garganta del diablo" che non sto qui a spiegarvi quanto imponente sia perché lo potrete vedere dalle foto scattate se mai possano essere in grado di rendere 1/10 dell'idea..
Al rientro una sorpresa tutta argentina: sciopero degli autisti di bus di lunga distanza che incrociano le braccia per ottenere un adeguamento contrattuale del 23%.
Purtroppo il piano di arrivare in tempo a Buenos Aires per salutare la mia amica Petra (prima che vada in vacanza) sembra saltato e così bisogna cercare di ottenere il meglio da ciò che abbiamo a disposizione..
Decidiamo di raggiungere la capitale di questa regione, Posadas, per visitare le famose popolazioni gesuita create nel XVI e XVII secolo per evangelizzare gli indios.
La storia insegna come ci siano riusciti e cosa ciò comportasse per queste popolazioni che abbracciando i preti si salvavano dalla tratta degli schiavi voluta dai portoghesi.
Dopo la loro cacciata, voluta dal re di Spagna intimorito dal loro potenziale, queste città vennero abitate sempre dagli stessi guaranì e spagnoli ma furono abbandonate e dimenticate in seguito alla guerra tra Argentina e Bolivia.
Riscoperte ad inizio '900 furono restaurante e quelle che ho visitato di San Ignacio dicono siano le più belle visibili oggigiorno grazie ai fondi Unesco che le protegge dal 1984.
Al rientro a Posadas però la sorpresa più grande è stata la notizia che ci hanno dato due ragazzi conosciuti durante questo sciopero.. Hanno trovato un mini bus per la notte che ci avrebbe portati nella capitale..
Così sarei riuscito anche a salutare Petra oltre che vedere il "clasico" Boca-River (ovviamente in tv perché allo stadio è impossibile)..
Oggi 5 maggio 2013 anche la mia Juventus ne fa 31 e non sono gli anni in questo caso.. Speriamo di andar "a braccetto" ancora per molti anni..
Da Buenos Aires per ora è tutto, il cerchio è stato chiuso!
Nic
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