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Essendo cresciuto lungo una strada principale sono abituato al traffico ininterrotto, anche notturno. Con l'arrivo o l'avvento di una circonvallazione dopo l'altra nella mia piccola valle di montagna i singoli paesini hanno avuto l'occasione di darsi una spolverata e da anni regna la calma accompagnata dal cinguettio dei passeri e i fischi dei merli. Ancora ricordo le rumorose notti con i macchinari che lavoravano senza sosta sotto casa, versando strati di asfalto sostituendo gli eleganti cubetti in stile porfido ormai schiacciati e deformati nel loro insieme dal peso dei camion carichi di tronchi d'albero e dalle migliaia di automobili transitate negli anni. Fortunatamente grazie all'impegno di singoli e delle autorità sia nel mio paesino come in altri villaggi vicino il selciato di granito è stato ripristinato ed ora abbiamo dei veri e propri gioielli, privi di traffico e perfetti per passeggiare o organizzare eventi come fiere, feste, mercatini o altro.
Nelle città o in agglomerati più estesi non è sensato progettare delle circonvallazioni. Per questo bisogna avere un sistema o un piano regolatore. L'urbanista Otto Wagner (1841-1918) ad esempio ebbe successo nel 1865 con la "Ringstrasse" a Vienna. Non a caso esiste un'omonima strada anche Coira. L'idea era di incanalare il traffico in queste strade ad anello (dal tedesco "Ring") attorno al centro o una parte di una città. Le città crescono però e pure nella piccola città di Coira i problemi di traffico e code durante le ore di punta sono una realtà. Una realtà come il traffico perenne di Bangkok o di altre megalopoli che si sono estese e espanse senza regole o un'idea urbanistica. In modo divertente a Ho Chi Minh City le code e i tempi d'attesa non sono lunghi, ma il traffico c'è e paradossalmente scorre, come un fiume. Sicuramente ciò ha a che fare con lo stile di guida unico del Vietnam e dal fatto che non esistano così tanti semafori come a Bangkok o a Los Angeles. Quest'ultima città americana ha però il vantaggio di essere strutturata con quartieri e blocchi rigorosamente disposti a griglia con strade molto larghe.
Quindi da una parte abbiamo il problema o il fatto dell'espansione delle città con le istituzioni che non reggono il passo con le infrastrutture o che sono semplicemente in ritardo. A Ho Chi Minh City ad esempio il treno sopraelevato per muoversi in città, simile al BTS di Bangkok, è ancora in costruzione, in collaborazione con il Giappone. Dall'altra parte però abbiamo il problema o il fatto che il singolo cittadino si muove da solo in automobile, non usa i mezzi pubblici o la bicicletta o addirittura fa dei viaggi inutili. Tutto ciò nei nostri tempi di polveri fini, milioni di persone che indossano mascherine o che a volte vengono pregate di non lasciare casa per via dell'inquinamento.
Come nel primo articolo di queste tre riflessioni, intitolato "lo spreco", il messaggio non è di liberarsi l'automobile o dello scooter e di muoversi solo a piedi o di vivere come un eremita. Sarebbe però bello chiedersi ogni volta qual'è l'opzione migliore per fare uno spostamento. Nelle città svizzere credo che il modo migliore per muoversi sia la bicicletta o i mezzi pubblici. Qui bisogna lodare le nostre istituzioni che investono e mettono a disposizione treni, bus, tram, parcheggi per biciclette, piste ciclabili e... marciapiedi. Avete letto bene: marciapiedi. A Bangkok il marciapiede è un lusso e le piste ciclabili una barzelletta! Alle latitudini di montagna i mezzi di trasporto esistono ma la frequenza è minore: organizzandosi un pochettino funzionano. L'autostop o la condivisione di un'automobile (tipo "blablacar" o altri forum, siti o app online) potranno anche essere derise o ci viene dato del barbone, ma l'effetto è immediato e riduce il traffico drasticamente. Sempre alle nostre latitudini e in zona di frontalieri è nata una comunità online che su Facebook si scambia informazioni sulla viabilità e si organizza per trasporti collettivi dall'Italia alla Svizzera. Questa comunità conta ad oggi 3691 membri. Un esempio di come un'applicazione (app) possa essere utile e sfruttata a nostro favore e a favore dell'ambiente e quindi a favore di tutti.
Allacciandomi alle applicazioni vi do appuntamento al prossimo articolo di questa miniserie dello "shock culturale" che parlerà di smartphones.
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