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Guardo il pallino di google maps lampeggiare e quasi non ci credo di essere così a sud..
Buenos Aires sembra, anzi è, distante migliaia di chilometri e per raggiungere Ushuaia ci sono voluti all'incirca 6600 km la maggior parte dei quali fatti in auto in percorsi sterrati il cui sol pensiero mi fa vibrare ancora l'ugola..
Lasciando Rio Gallegos e con esso la Patagonia ci siamo dovuti affidare ad un bus per raggiungere la famosa "Fin del Mundo" perché la nostra auto non aveva il permesso per passare il Cile..
I controlli alla frontiera sono molto severi e tra cani antidroga, ufficiali che cercano frutta e verdura e altri che spiluccano il tuo passaporto in cerca di un qualcosa che non va.. Alla fine ci abbiamo messo 1 ora per passare la 1ª frontiera.. Eh si perché ovviamente non può essercene solo una ma ben due..
Fu così che per fare i 594 km che separano le due città ci siano volute 13 ore di bus.. Un'odissea..
Ma d'altronde sapevamo a cosa andavamo incontro..
Quello che non ci aspettavamo era una città così grande.. Ushuaia con i suoi 100.000 abitanti è la capitale della Terra del Fuoco chiamata così da Ferdinando Magellano che aveva notato fuochi accesi lungo le sue coste..
Il tempo è stato molto clemente con noi e ci ha permesso di visitare il Parque de la Tierra del fuego senza vento e/o pioggia: un autentico miracolo a quanto dicono..
La vegetazione è molto brulla, vi sono i laghi e le montagne tipiche del sistema andino ma i colori sono diversi e più grigi a tratti.. Il muschio copre la maggior parte delle rocce e degli alberi e di animali se ne vedono molto pochi..
A dir la verità vi sarebbe la possibilità di vedere due colonie di pinguini ma chiedono 400 pesos.. Qualche anno fa ci diceva la proprietaria dell'ostello il prezzo era di 150.. Questo fa capire quanto difficile sia vivere in Argentina, i prezzi cambiano di mese in mese mentre gli stupendi non sempre seguono questo ritmo..
Negli ultimi anni Ushuaia ha comunque conosciuto uno sviluppo esponenziale dovuto al porto commerciale e quello turistico per coloro in partenza per visitare l'Antartide; nel periodo invernale molti sudamericani sono attratti dalle sue piste da sci conosciute a livello mondiale.
Ora sono in bus tornando verso Rio Gallegos con la speranza di ritrovare la nostra Gol ancora integra..
Abbiamo dovuto cambiar bus lungo la strada perché il nostro si era rotto e davanti abbiamo ancora 10 ore di tragitto, lo stretto di Magellano da attraversare e 2 frontiere.. Sarà senza dubbio una giornata intensa..
Un cenno lo vorrei fare allo stretto di Magellano.. Quando lo attraversi ti rendi conto di quanto fosse stato importante nel XVI secolo questo passaggio non tanto a livello commerciale (perché era un passaggio per l'Asia più costoso rispetto alla Rotta delle Spezie che circumnavigava l'Africa) ma a livello scientifico.
Magellano fu infatti il 1º a circumnavigare il globo anche se fu ucciso nelle Filippine dalla popolazione locale che non voleva essere cristianizzata..
Con lui, nella sua spedizione, vi era un vicentino tale Antonio Pigafetta che lo accompagnò nella traversata e fu uno dei 18 membri dell'equipaggio a far ritorno in Spagna (ne partirono 234) e furono i primi a circumnavigare la terra ininterrottamente in un viaggio lungo 3 anni e che li porto a navigare per 69000 km.
Questo canale fu comunque importantissimo perché permise alla flotta di raggiungere l'Asia e dimostrare quindi che la terra è una sfera, che viaggiando verso est si perdevano 24 ore seguendo il sole ma soprattutto che alla fine di questo canale vi era uno specchio d'acqua che rimase tranquillo in tutti i 3 mesi di navigazione: l'oceano Pacifico.
Si ritorna ora in Patagonia (la terra con gli abitanti dai piedi grossi, nome attribuito sempre da Magellano) e per la Ruta 3 ce ne torniamo verso nord lasciando questo spettacolo della natura.
Ne sentirò la mancanza,
Nic
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