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Il nostro ritorno in Vietnam dopo il tifone e' stato un po' traumatico. Dopo la pace e la bellezza di Luang Prabang, ritrovarsi in una Hanoi rovente e affollatissima ci ha fatto subito rimpiangere la tranquilla veranda della nostra stanza d'albergo e la vista sul Mekong. Siamo tornati allo stesso ostello dove eravamo stati nei giorni prima del tifone, ma questa volta la camera che ci avevano riservato i proprietari, ingrati per la nostra fedelta', era al quinto piano (senza ascensore), i tubi in bagno perdevano copiosamente e la maniglia dello sciacquone e' rimasta nella mano di Odd al primo uso. Nonostante questo, eravamo di buon umore, perche' il giorno successivo ci aspettava la tanto agognata crociera sulla Halong Bay, a dire di tutti cosi' meravigliosa da essere candidata a diventare ufficialmente una delle meraviglie del mondo. Non voglio stare a ripetere cio' che Odd ha gia' raccontato con la sua solita abbondanza di dettagli, percio' mi limitero' a dire che piu' vedo dell'Asia, piu' penso che gli uomini non imparino mai dai loro errori. Halong Bay e' davvero un posto bellissimo, ma io non voterei mai per aggiungerla alle meraviglie del mondo. E il motivo e' quello che le stanno facendo con il turismo. Una quantita' incredibile di barche e barconi parte ogni giorno dal porto di Halong City, con il loro carico di turisti che vengono due ore dopo parcheggiati tutti insieme su pochi metri quadrati di mare e gentilmente invitati a rilassarsi, andare in kayak e nuotare, necessariamente in quest'ordine. L'acqua, che immagino un tempo cristallina, e' ora marroncina, piena, temo, di tutti i rifiuti provenienti dalle barche. Io e Odd ci abbiamo pensato due volte prima di farci il bagno. Forse siamo noi occidentali che ormai pretendiamo un turismo piu' sofisticato, vogliamo allo stesso tempo essere turisti e non avere altri turisti intorno. Vogliamo avere comodita' ma che non appaiano volgari, che si confondano con l'ambiente con nomi evocativi come "infinity pool". Forse i cinesi e i vietnamiti sono piu' onesti, non nascondono il fatto che appena un posto diventa di interesse turistico, comincia la corsa al denaro e tutto, sempre, e' in vendita. Forse anche loro, fra 50 anni, si accorgeranno che i loro mari sono ormai inquinati e che le belle ville coloniali sono state circondate, o rimpiazzate, da mostri di cemento, e saranno presi dai rimorsi e cominceranno a parlare di "turismo sostenibile". Forse. Nel frattempo io non posso non pensare che deve esserci un modo migliore per permettere alle migliaia di persone che arrivano ogni anno da tutto il mondo di godersi una delle baie piu' incantevoli del mondo. Se questo modo c'e', ancora nessuno l'ha trovato, ma per fortuna neanche la puzza di benzina dei barconi e i sacchetti di plastica nell'acqua possono rompere l'incanto del tramonto su Halong Bay.
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marzia Se ci sono lezioni da imparare, temo si imparino sempre tardi, qualche volta troppo tardi. Pensa a Triscina..... mam