Profile
Blog
Photos
Videos
Benvenuti a Sucre cari amici.. In questo capitolo vi aspettano tante chicche sia culturali/storiche che culinarie..
Partiamo dal viaggio da La Paz che è stato se non il più lungo perlomeno il più freddo fin qui effettuato..
Io e Satomi abbiamo viaggiato di notte tenendo un occhio sempre aperto per evitare: 1) di far congelare il sangue e 2) controllare la strada che è tutt'altro che rassicurante visto anche l'incontro con una ragazza in ostello che era reduce da un incidente nella stessa tratta...
Fortunatamente però il viaggio è andato bene e dopo aver toccato picchi di 4000 metri siamo arrivati a destinazione a 2800 metri: sembrava quasi di essere in pianura padana.. Quasi..
Potremo parlare per ore del l'importanza storica di Sucre che, fino al 1898, era la capitale del Perù e che successivamente perlopiù a causa del declino di Potosì cedette lo scettro alla sempre più grande La Paz.
Da allora comunque Sucre si è ritagliata un'importanza giuridica e negli ultimi anni sempre di più sono i turisti che vengono a visitare la città dove venne firmata nel 1825 la "Dichiarazione d'indipendenza" da quella corona spagnola che aveva dato nei 300 anni di occupazione una fisionomia coloniale alla città.
La tipica distribuzione a scacchiera, le piazze con le fontane centrali, gli edifici di quel tipico color crema, il numero indefinito di chiese cattoliche sono solo alcuni degli accorgimenti presi dai colonizzatori quando scoprirono quella che fino alla loro resa era conosciuta come La Plata (il nome venne poi cambiato in onore del liberatore, tale Sucre).
Niente a che vedere con coltivazioni della canna da zucchero quindi.. Anche se, sorseggiando un tujurì o un api al mercato l'idea ti può passare per la testa..
Queste sono infatti le due bevande tipiche per la colazione boliviana e sono entrambe estratte dal grano.. Cosa le differenzia? L'api ha un colore "frutti di bosco" derivato dal colore della pannocchia e viene scaldato e servito con cannella e chiodo di garofano stile vin brûlé.. Il tujurì invece ha il classico colore giallo e i chicchi di grano presenti per intero dentro la bevanda.
La cosa che li accomuna è l'alta percentuale di zucchero che farebbe crepare seduta stante un diabetico alle prime armi..
Fortunatamente te lo servono con un pastel che è una sorta di frittella con formaggio fuso al suo interno.. Un genio quello che l'ha inventata e abbinata a queste bevande!
Il nostro giro è iniziato dal mercato cittadino ricco di venditori con o senza licenza che ti vendono di tutto.. Se non fosse che devo prendere l'aereo e passare la dogana farei incetta di film DVD che vengono venduti con custodia e copertina a colori a 4 bolivianos (60/70 cent di €) oppure di Rayban, badate bene, orrigginali venduti a 10 bolivianos...
Per le strade il lavoro che va comunque per la maggiore è quello di lucida scarpe: in ogni angolo c'è un ragazzino che ti invita a poggiare il piede su un piedistallo per rimetter a nuovo le tue scarpe malandate. Spesso questi ragazzini indossano un poco rassicurante passamontagna e questo per evitare di farsi riconoscere dai loro compagni/amici che passano magari al loro fianco; è considerato un lavoro umile e per questo motivo si vergognano di mostrare i loro visi..
Una volta raggiunto il museo de la Recoleta abbiamo potuto ammirare una vista sulla parte storica della città che ci ha premiato della fatica della salita..
Successivamente ci siamo rifugiati in un casa per un almuerzo veloce (qui la maggior parte delle famiglie che hanno la fortuna di vivere vicino alle strada più trafficate aprono le loro case per servire pranzi rapidi a 8/10 bolivianos) dove abbiamo provato il "falso conejo"..
Da buon vicentino la curiosità era tanta dato che leggende narrano che alcune trattorie vicentine servano gatto vendendolo come coniglio..
Terminato il pranzo (non vi dirò che carne era.. ;-D ) ce ne siamo andati a visitare il cimitero e ogni volta mi stupisco delle diversità da paese a paese..
Se una vita intera non bastasse per mostrare la differenza tra ricco e povero c'è sempre la possibilità di ostentare anche dopo la morte una ricchezza fuori dalla portata del 99% della popolazione.
C'è chi non ha i soldi per permettersi nemmeno una croce da apporre sopra al buco sul terreno e chi ostenta sopra la sua tomba una statua degna degli scultori italiani del Rinascimento..
Ogni tomba ha comunque un bicchierino di acqua o una bottiglia aperta che, nell'immaginario collettivo, ha il significato di abbeverare l'anima che sopravvive alla morte corporea..
Ripassiamo per piazza 25 marzo e la "Casa della libertà" (solo il nome mi fa rabbrividire) e ce ne torniamo in ostello prima della cena serale lussuosa che ci siamo permessi in un ristorante francese...
Un'insalata con, tra le altre cose, petali di rosa bagnati da gocce di miele non mi era mai capitato di vederla.. Figurarsi di mangiarla..
Comunque il sapore era gradevole e se sono qui a scrivervi significa che era anche commestibile.. ;-)
Paghiamo i nostri 8€ (un lusso da queste parti) e ce ne andiamo a riposare per prendere il bus direzione Potosì.
Non so se sia la città più alta al mondo come vogliono farci credere, ma sicuramente con i suoi 4090 metri sul livello del mare non è nemmeno la più bassa..
Mettiamo gli zaini in ostello (qui i costi possono variare dai 20 ai 45 bolivianos.. Dividete per 10 e avrete l'ammontare in €uro) e subito ci fiondiamo nell'attrazione, se non principale, almeno più importante di questa cittadina..
Magari il nome Potosì non vi dirà nulla ma questa era la città che produceva le monete per quasi tutta l'America grazie agli enormi giacimenti di argento scoperti nel Cerro Medio, la montagna/miniera che sovrasta la città.
L'importanza era talmente tanta che Potosì venne considerata per molti anni la città più ricca delle Americhe (ancora oggi in spagnolo si usa dire:"vale un potosì" quando si vuole indicare che qualcosa vale una fortuna!
Tutte le monete venivano prodotte qui utilizzando gli stemmi mandati dai vari monarchi e migliorando gli standard di di decennio in decennio..
Vennero utilizzati dei macchinari inviati dalla Spagna per aumentare la produzione e anche delle invenzioni del nostro Leonardo da Vinci.
Il futuro della città sembrava dei più rosei non fosse altro che ad un certo punto l'argento cominciò a diminuire ma soprattutto per le monete mondiali si optò per l'utilizzo del nichel.
Una cosa Potosì l'ha lasciata in eredità al mondo: le linee verticali che si pensava indicassero "stabilità" e che compaiono in tutte le monete mondiali, dall'Euro al dollaro passando per lo yen (€, $, ¥, £ come si vede hanno in comune delle linee rette) non sono nient'altro che la i del simbolo della zecca potosina che scelse come simbolo la PTSI sovrapposte..
È stata senz'altro un'esperienza interessante ma mai quanto quella che avremo fatto nel primo pomeriggio..
Se non siete mai stati in una miniera allora è un'esperienza che dovete mettere in preventivo di fare meglio prima che poi perché i tunnel sono spesso talmente bassi che ci si può passare solo strisciandoci..
Ancora oggi presso le miniere di Potosì lavorano migliaia di minatori che sono perlopiù costretti a fare questo lavoro.
Certo le situazioni sono leggermente migliorate dal XVI secolo: non si muore più per il contatto con il mercurio (utilizzato per pulire le monete) ma ci sono almeno altri 4/5 motivi che fanno morire ogni anno decine di lavoratori.
Quella che va per la maggiore è sicuramente la silicosi che fa inizialmente cambiare il colore degli occhi, poi si perdono i capelli, ciglia, denti e si inizia a sputare sangue..
Verso la fine le crisi respiratorie sono sempre maggiori e i minatori muoiono cadendo al suolo e con attacchi di convulsioni.
Vi sembrerà magari una situazione eccessiva ma nel 2012 ne sono morti 12 di minatori di questa malattia..
Gli altri, a questo punto più fortunati, muoiono per crolli vari..
Vi chiederete per quale motivo facciano questo lavoro: il dio denaro.. Che non serve sia ben chiaro per comprarsi la PS4 o l'auto nuova ma piuttosto servono per mantenere la famiglia (da queste parti sempre numerose).
Lo stipendio medio che prendono questi ragazzi (si perché si inizia a lavorare a 8/12/13 anni) è di 3000 bolivianos che, pur rappresentando il triplo della paga minima, al cambio attuale corrisponde a circa 300€ al mese.
Durante la nostra visita abbiamo incontrato diversi minatori ai quali abbiamo portato qualche regalo: acqua, succo, foglie di coca, alcol da bere (gradazione alcolica di 96º) e dinamite! Eh già perché in Bolivia è legale, oltre alla foglia di coca, anche la vendita di dinamite.. Stupefacente no?
I loro visi, i loro occhi, mi rimarranno impressi per molto tempo..
Loro non hanno mai avuto la possibilità di scelta; sono nati per la miniera che molto probabilmente prima o poi prenderà la loro vita.
Saggia, triste realtà.
E mentre in paese sfila una banda tutta al femminile mi accorgo che Morales da queste parti non gode di molta simpatia soprattutto tra i minatori rimasti delusi dalle promesse non mantenute.
Tutto il mondo è paese...
Nic
- comments