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Che fai tu luna in ciel, dimmi, che fai, silenziosa luna? Abbiamo salutato Irkutsk in una notte di luna piena. La stessa che la sera prima a Kuzhir mi ha fatto pensare al Canto Notturno di Leopardi. La vastita', il silenzio e il lago tutto intorno. Una pace assoluta che nell'ovest non esiste piu'. Arrivare all'isola di Olkhon ci e' costato un massacrante viaggio di mezza giornata su minibus+traghetto, su una strada che ad un certo punto diventa sterrata senza per questo indurre l'autista a rallentare la corsa. E quindi, distrutti e con lo stomaco che ci insultava in russo (soprattutto il mio) siamo giunti in uno dei posti piu' belli e sperduti del pianeta. Seguendo la raccomandazione della nsotra guida abbiamo prenotato una stanza alla Nikita Guesthouse, un bellissimo villaggetto di case di legno con bania (terme), due piccoli ristorantini, un sala con tavoli da ping pong e una sala giochi per bambini che faceva anche da campo di volano. Il paese di Kuzhir e' minuscolo e non ci sono posti per mangiare, quindi nel prezzo della stanza era compresa anche la pensione completa. Il cibo era quello tipico siberiano e in particolare del lago Baikal. La specialita' assoluta e' il pesce Omul, servito in varie forme, grigliato, al vapore e nella zuppa. Per la prima volta dall'inizio del viaggio abbiamo trovato un posto dove quasi tutti parlano inglese. La guesthouse e' gestita da Nikita, un ex campione di ping pong, e da sua moglie, ma ogni estate viene ad aiutare un gruppo di giovani volontari che danno una mano in cambio di vitto e alloggio. Tra questi ci sono anche delle insegnanti di inglese che offrono corsi per i bambini in vacanza li'. La prima sera siamo stati coinvolti in una caccia al tesoro che, tra le prove, includeva "rapire" un turista e parlare con lui o lei in inglese per mezzora. Il primo giorno abbiamo fatto un passeggiata per il paese e poi abbiamo passato il pomeriggio in spiaggia prendendo il sole e giocando a frisbee con una coppia di fricchettoni americani che era li' in luna di miele. Inutile dire che l'acqua del lago e' gelida, ma si dice che abbia il potere di allungare la vita fino a 25 anni agli intrepidi che vi si immergono. Odd e' arrivato fino al ginocchio prima di correre fuori bofonchiando: "e' piu' fredda di quella di San Vito". Io, da vera norvegse, mi sono immersa fino al collo. Il secondo giorno abbiamo fatto un'escursione nel nordo rganizzata da Nikita. L'isola e'considerata da Buryat uno dei cinque poli terrestri di energia sciamanica ed e' piena di posti sacri. Noi siamo andati in pellegrinaggio al capo nord dell'isola e abbiamo lasciato una moneta in cambio di due anni di energia positiva. Il gruppo era composto da una (altra) coppia di americani, due spagnoli, due tedeschi e una ragazza russa che e' stata ingaggiata come interprete dall'autista, il quale, oltre a guidare benissimo in mezzo ai boschi, sapeva un sacco di cose sulla storia dell'isola. A pranzo ci siamo fermati su prato e abbiamo mangiato una buonissima zuppa di Omul gradita da tutti tranne che dal mio stomaco. E cosi' ho passato l'ultima sera a letto mentre Odd giocava a ping pong con gli spagnoli. Dover lasciare quest'oasi di pace e' stato difficile, soprattutto sapendo che si aspettava una sveglia alle 4 per correre a prendere l'ultimo (e il piu' lungo) treno del nostro viaggio transiberiano, da Irkustk a Pechino.
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