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Ebbene si', l'ho fatto: mi sono comprata una macchina fotografica a Hong Kong. Sono entrata nel negozio a Mong Kok con l'idea di spendere poco e comprarmere una simile a quella che avevo gia', e sono uscita con una Nikon Coolpix e 300 dollari in meno nel portafoglio. Ho temuto per qualche ora di aver preso una fregatura, ma in realta' la macchina funziona benissimo ed e' stata un ottimo affare. Dato che in realta' a Hong Kong non c'e' molto da vedere, abbiamo potuto finalmente girare senza fretta per i mercati della citta', che sono veramente tanti e tutti diversi fra loro. Per una'incredibile congiunzione astrale, proprio negli stessi giorni a Hong Kong c'erano anche Giorgio e Riccardo, l'uno per un convegno, l'altro da accompagnatore. E' stato stranissimo rivedersi dopo tanti mesi in un posto cosi' lontano e cosi' estraneo. Abbiamo mangiato insieme Dim Sum e siamo saliti in cima al Victoria Peak per ammirare la vista dei grattacieli, circondati dal mare e avvolti da una giungla fittissima che neanche il cemento cinese e' riuscito a domare. Un'altra cosa tipica di Hong Kong sono i tram, uguali identici al tram di uno dei film di Harry Potter, strettissimi e a due piani, con piccoli sedili e finestre senza vetri. Girare in tram e' il modo migliore per vedere la citta': ce ne si sta seduti al secondo piano, affacciati al finestrino, lontani dal caos e dalla folla della strada. E' proprio vero che si apprezza molto di piu' un posto quando lo si visita con qualcuno che ci abita. E per nostra fortuna Odd ha almeno un amico per ogni stato. In questo caso si tratta di un simpatico ragazzo messicano (con simpatica moglie francese) che, oltre ad ospitarci, ci ha dato consigli su cosa fare e vedere e ci ha portati fuori una sera in una zona carinissima di ristoranti e locali. Il quartiere si arrampica su una collina ripidissima ed e' attraversato da una serie infinita di scale mobili che trasportano i pedoni piu' pigri fino alla cima. Le stradine in salita sono piene di locali minuscoli, tutti ammucchiati l'uno accanto all'altro, in una maniera che mi ha ricordato in qualche modo Lisbona. Comunque, dopo cena i nostri amici ci hanno fatto una proposta che non potevamo rifiutare: un pacchetto che comprendeva 60 minuti di massaggio ai piedi e 10 alle spalle al centro massaggi "Happy feet". Non so se tra i lettori ci sia qualcuno i cui piedi siano stai massaggiati per un'ora intera, ma se, come credo, non c'e', vi avviso: il massaggio ai piedi crea dipendenza e deve essere amministrato con moderazione!
E cosi', tra scale mobili infinite, grattacieli nella giungla e piedi felici, si e' conclusa la nostra visita a Hong Kong. Mi aspetto, con la prossima tappa, Hanoi, di entrare in un mondo totalmente diverso, senza gli eccessi e lo stress cinesi, e, francamente, non vedo l'ora.
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iulia massaggio ai piedi senza solletico? se sì, allora wow!
Anna Senza! Anzi faceva anche un po' male...
PADRE E NONNA QUESTA FOTO E' ECCEZIONALE